Perché un CAS?
Da molto tempo la nostra provincia è un’area ad alto tasso di immigrazione ma, negli ultimi anni, il flusso migratorio che ha interessato il nostro territorio è decisamente cambiato.
Se è ormai risaputo che alla Spezia vive la comunità di domenicani più grande d’Europa, dal 2011, anno della “North Africa Emergency”, la prima grande emergenza dei Richiedenti Protezione Internazionale provenienti dall’Africa, sono cambiate le nazionalità degli stranieri che arrivano nella nostra Provincia. Il fenomeno dei Richiedenti Protezione Internazionale, la gran parte dei quali proviene da Africa Occidentale e Asia (Bangladesh, Pakistan e Afghanistan), è andato ad aumentare fino al 2016, ridimensionandosi poi nel periodo 2017-2018.
Dopo aver lavorato nella mediazione interculturale per tanti anni e aver offerto servizi per l’integrazione per gli altri C.A.S. ci siamo sentiti in dovere di aprire un nostro C.A.S. (Centro di Accoglienza Straordinaria) dove la nostra idea di integrazione e di intercultura potesse finalmente prendere forma.
Così, nel novembre 2016, è nata “Casa Mondo Aperto” con l’obiettivo di creare una comunità accogliente in cui i migranti possano sentirsi come in una vera e propria “casa”. Da allora ci sono stati continui cambiamenti e il numero delle nostre case è cresciuto.
Cosa è cambiato nel tempo?
Se la natura del C.A.S. dovrebbe essere quella di un rifugio straordinario, temporaneo, destinato solo a periodi limitati ed emergenziali in cui i Richiedenti aspettano il momento di sapere se avranno diritto allo status di Rifugiato (ed essere così eventualmente ricollocati all’interno di un progetto di lunga accoglienza della rete S.P.R.A.R.) realmente la questione è completamente differente.
I tempi di attesa per la Commissione Territoriale, per il suo esito e per gli eventuali procedimenti legali che ne seguono costringono i Richiedenti a soggiornare all’interno del C.A.S. per un periodo di tempo molto lungo (2 o anche 3 anni). Questa situazione ha reso necessario un ripensamento del nostro progetto iniziale che, pur rimanendo nella forma di un C.A.S., potesse però nella sostanza aiutare gli ospiti ad accettare quest’attesa, non vivendola più come un’interruzione del proprio progetto migratorio ma come un momento di vita vera, vissuta e condivisa, da occupare con attività formative, ricreative, sportive o di impegno sociale che aprano la strada a una vera e propria inclusione.
Un impegno per tutta la comunità
L’impegno di Mondo Aperto è quello di promuovere una società interculturale in cui le persone e le loro culture possano incontrarsi e compenetrarsi, portando ricchezza e accrescimento a tutte le persone che vivono nel medesimo territorio.
“Casa Mondo Aperto” cerca di favorire tutta la comunità e si impegna con costanza nel monitorare e indirizzare positivamente il comportamento degli utenti del C.A.S. I Richiedenti che soggiornano nella nostra struttura hanno infatti intrapreso diversi percorsi di volontariato in collaborazione con gli Enti locali quali, in primis, il Comune di Bolano con la partecipazione alla ristrutturazione del giardino comunale “Le farfalle” insieme all’associazione “Su la testa” e con la partecipazione alla ristrutturazione e messa in sicurezza della scuola media di Ceparana. Gli utenti hanno partecipato anche, in associazione con la Pro Loco Ceparana e con il Comune di Bolano, alla pulizia delle piccole strade interne ai borghi. Altre attività di volontariato e di impegno sociale sono state svolte dai nostri utenti in collaborazione con il Banco Alimentare, con l’associazione Don Bosco della Spezia e con Parallelamente, il Festival parallelo al Festival della mente di Sarzana.
“Casa Mondo Aperto” si impegna per far incontrare cittadini e utenti del C.A.S. per mostrare alla cittadinanza come l’immigrazione, se efficacemente gestita, non sia mai una difficoltà ma una risorsa.
La lunga strada per l’autorealizzazione
All’interno di “Casa Mondo Aperto” gli utenti sono quotidianamente monitorati e seguiti da un’equipe integrata e in costante comunicazione composta da mediatori interculturali, insegnanti di italiano L2, uno psicologo, un etnopsicologo, un consulente medico-sanitario, un operatore di struttura, un responsabile di struttura, un referente di struttura e diversi impiegati amministrativi.
Il personale segue gli utenti dal primo momento in cui essi accedono alla struttura fino al momento di salutarsi, creando spesso legami di amicizia duraturi che proseguono anche dopo l’uscita dell’utente dal C.A.S.
Il processo interiore che il Richiedente effettua in questo periodo è un percorso molto complesso che va dall’iniziale soddisfacimento dei bisogni fisiologici fino alla ridefinizione identitaria. Questo processo ricalca in qualche modo la scala dei bisogni dell’essere umano che Maslow ha sintetizzato graficamente con una piramide divisa in cinque livelli: dalla sopravvivenza ai bisogni di carattere sociale fino all’autorealizzazione (fisiologia, sicurezza, appartenenza, riconoscimento, realizzazione). L’individuo si realizza passando per i vari stadi che devono essere soddisfatti in modo progressivo.
Gli utenti, spesso giunti al C.A.S. dopo un viaggio estremamente pericoloso o dopo vicende di vita tormentate e violente, hanno inizialmente bisogno di soddisfare i primi fondamentali gradini della piramide (come i bisogni fisiologici e di sicurezza quali la casa, il sonno, il cibo, la salute, l’accoglienza) ma “Casa Mondo Aperto” non si ferma qui e punta a offrire servizi lavorando sugli step più alti, per cercare di creare un cittadino che realizza se stesso nella società.
I bisogni sociali come l’amicizia, la comunicazione, la creazione di legami e l’appartenenza a una comunità, il rafforzamento dell’autostima e il bisogno di riconoscimento da parte della società fino ad arrivare all’autorealizzazione spontanea e creativa, libera da pregiudizi, e alla ridefinizione della propria identità all’interno del contesto ospitante.
Per compiere questo lungo cammino sono necessari continui monitoraggi, interventi, colloqui individuali, orientamento e attività formative.
LE NOSTRE ATTIVITÀ
La lingua italiana e la scuola
Il primo passo per l’integrazione in Italia è sicuramente l’alfabetizzazione e l’apprendimento della lingua italiana. A tal fine sono attivi dei percorsi di sostegno linguistico all’interno della struttura tenuti dai docenti di Mondo Aperto e da volontari in cui i nostri ospiti possono imparare o perfezionare la lingua italiana e la conoscenza della relativa cultura.
I nostri utenti vengono tutti regolarmente iscritti al C.P.I.A., Centri Permanenti per l’Istruzione degli Adulti, e la maggior parte di loro ha conseguito il certificato di lingua italiana di livello A2.
Tutti gli utenti che manifestano il desiderio di continuare a studiare vengono iscritti al corso per conseguire il diploma di scuola media (scuola secondaria di primo grado) e, successivamente, alle scuole superiori serali (scuole secondarie di secondo grado). Buona parte dei nostri utenti ha preso il diploma di Terza media presso il C.P.I.A. di Sarzana e un utente sta frequentando con profitto il corso serale presso l’Istituto Cappellini-Sauro.
La formazione extra-scolastica
“Casa Mondo Aperto” si impegna attivamente a trovare e, nei casi possibili, finanziare i percorsi di formazione per i suoi utenti che abbiano acquisito un sufficiente livello di padronanza della lingua italiana. Alcuni Richiedenti hanno conseguito la certificazione HACCP presso la Confartigianto della Spezia, mentre altri hanno partecipato a un corso di formazione organizzato dal Rotary Club e dall’Istituto Alberghiero G. Casini, che aveva come oggetto l’avviamento alla cucina.
Un buon numero di utenti ha frequentato un corso di formazione sulla sicurezza sul lavoro organizzato dal Comune di Bolano e uno degli utenti è stato accompagnato nella definizione di un tirocinio lavorativo retribuito della durata di sei mesi presso la ditta di pulizie Gravina Maria della Spezia.
Percorsi di educazione civica
L’equipe di Mondo Aperto ha valutato come obiettivo imprescindibile, per una serena convivenza all’interno della struttura e con il vicinato, investire in momenti di formazione sulle norme dell’educazione civica.
Fin dal loro ingresso in struttura tutti i ragazzi sono stati edotti circa una norma fondamentale, sulla quale si basa la metodologia generale utilizzata per la gestione del centro: ogni ospite deve trattare la struttura, le relazioni interne ed esterne con lo stesso scrupolo che farebbe “il buon padre di famiglia”.
Come da convezione è stato condiviso con tutti il regolamento della struttura e con tutti si sono svolti momenti di gruppo o individuali per verificare la reale comprensione di quanto contenuto in tale documento.
Affinché quanto esposto nel regolamento non rimanesse solo una teoria, ma potesse essere sentito nella gestione della quotidianità, è stato deciso che tutti i ragazzi sarebbero stati coinvolti sia nella pulizia e nella cura della casa (sia per quanto riguarda gli spazi e gli effetti personali, sia per quanto concerne gli spazi pubblici) così come nella preparazione dei pasti.
È stato attivato un laboratorio di giardinaggio per la manutenzione dello spazio verde che circonda la struttura e per apprendere le basi dell’orticultura. La creazione di un orto intorno alla casa ricopre una duplice funzione: la disponibilità in cucina di prodotti locali e genuini e lo stimolo a prendersi cura di qualche cosa e di vederne mutamenti ed evoluzioni.
La necessità di attività quotidiane è infatti stata posta dall’equipe come base imprescindibile per tenere lontane il più possibile cadute in momenti di inattività e di conseguente depressione.
Salute
Le attività svolte per la promozione della salute dei ragazzi sono state molteplici, fin dall’avvio della struttura.
In fase iniziale si sono affrontati tutti i bisogni con grande dispendio degli operatori (mediatori, referenti di struttura, coordinatori e psicologi) e si sono adempiuti tutti i passaggi inerenti le prime visite obbligatorie da effettuare (test Mantoux, visita dal medico di base).
Da qui è partito il monitoraggio quotidiano circa la salute fisica e psichica degli utenti.
Psicologi e mediatori si sono attivati per prevenire forme di depressione legate alla lunga permanenza nella struttura.
A tutti i membri dell’equipe è stato chiesto di monitorare l’andamento della struttura e di riferire nei momenti di coordinamento tutte le situazioni che potevano essere campanello d’allarme per latenti criticità (stati depressivi, ansiosi, potenziali conflitti tra i ragazzi, disturbi fisici ecc.). Nelle situazioni critiche sono stati attivati percorsi di sostegno psicologico individuale. Due ospiti hanno svolto colloqui all’interno dell’ambulatorio etnopsichiatrico di Follo e, grazie al lavoro di equipe, anche le loro situazioni sono state comprese e risolte.
La dottoressa Camilla Zattera svolge costante monitoraggio dello stato di salute dei ragazzi, in stretta collaborazione con l’etnopsicologo, lo psicologo, i mediatori interculturali e soprattutto con il medico di base della struttura. La sua presenza ha dato nuova serenità a tutti gli operatori e agli utenti e ha diminuito in modo sensibile l’accesso in emergenza dal medico di base o al Pronto Soccorso, non andando a gravare costantemente sull’Azienda Sanitaria Locale.
Contemporaneamente la dottoressa ha organizzato degli incontri di gruppo informativi per avvicinare gli utenti all’idea di cura e salute della medicina occidentale, per orientare ai servizi sanitari locali, in ottica della promozione dell’autonomia individuale, e degli incontri in merito all’educazione sessuale, all’uso dei contraccettivi e alle malattie sessualmente trasmissibili.
Attività ricreative
All’interno della struttura, nel corso dell’anno, sono stati creati dei momenti ricreativi e di condivisione delle varie culture, cui hanno partecipato tutti gli operatori della struttura e alcuni operatori della Cooperativa Mondo Aperto.
Sono state organizzate alcune feste e cene in cui è stato possibile sperimentare piatti e specialità da tutto il mondo, è stato organizzato un cineforum internamente alla struttura e gli utenti hanno partecipato a un cineforum estivo organizzato dal Centro Polivalente di Ceparana. Occasionalmente viene organizzato un laboratorio di disegno e di fumetto per aiutare gli utenti a sviluppare nuove forme espressive. In occasione della collaborazione con il Festival della Mente – Parallelamente, i ragazzi sono stati accompagnati da una guida in una visita guidata della città di Sarzana durante la quale la guida ha raccontato loro la storia della città e mostrato le bellezze storico-architettoniche del luogo.
Attività sportive
Promozione delle attività sportive, in particolare del calcio, a livello amatoriale. Alcuni ragazzi sono stati inseriti in squadre di calcio locali, sono state organizzate e supervisionate partite di calcio e alcuni utenti sono stati accompagnati a effettuare il provino presso una squadra di Terza Divisione alla Spezia.